Politiche, come si vota con il "Rosatellum"

Il 4 Marzo con una sola scheda per camera si voterà sia il candidato del collegio uninominale che la parte proporzionale; l'elettore potrà al massimo fare due segni su ogni scheda pena l'annullamento

Non è permesso il voto disgiunto

Dopo 10 anni si voterà con la nuova legge elettorale, il cosidetto "Rosatellum". Gli italiani si lasceranno cos' alle spalle la XVII legislatura della Repubblica Italiana. E come sempre succede in questi casi, le polemiche politiche in campagna elettorale e si trasformano in promesse elettorali e buoni propositi. Ma su una cosa possiamo scommettere, che molti italiani dopo una gestazione di 10 anni, hanno perso il filo del discorso, e non conoscono a pieno la nuova Legge elettorale. Innanzitutto c'è da sapere che i due rami del parlamento saranno eletti con un sistema misto: uninominale per un terzo e proporzionale per due terzi. I candidati sono scelti dalle Segreterie di partito, non c'è la possibilità di esprimere preferenze.
Uninominale” vuol dire che in ogni collegio le coalizioni o i partiti candidano una sola persona, e chi prende più voti tra le persone candidate ottiene il seggio; “proporzionale” vuol dire che i seggi vengono divisi in modo proporzionale ai voti presi dalle coalizioni o dai partiti in un certo collegio.

I partiti possono scegliere se presentarsi da soli o in coalizione. Se si presentano in coalizione il candidato uninominale è comune per tutti i partiti di quella coalizione. Per cui non è detto che  nel vostro collegio ci sia un rappresentante del vostro partito, potreste trovare un esponente di un partito alleato che disputa lo scontro diretto con le altre coalizoni o partiti del vostro collegio.

Se avete più di 25 anni riceverete due schede, una per la Camera e una per il Senato. Riceverete tre schede solo se abitate in Lombardia o nel Lazio dove si svolgono anche le elezioni regionali di cui ci siamo già occupati. Se avete meno di 25 anni voterete solo per la Camerae e eventualmente per la Regione se risiedete appunto in Lombardia o nel Lazio.

In ogni scheda c'è un nome e sotto, i simboli o il simbolo dei partiti che  sostengono il candidato al seggio uninominale. Di fianco ad ogni simbolo di partito ci sono da due a quattro nomi, sono i candidati per la quota proporzionale di ogni partito.
L'elettore potrà al massimo fare due segni su ogni scheda pena l'annullamento. Un segno sul nome del candidato della colazione o del partito all'uninominale, e un segno sul partito scelto, in questo modo vota per la parte proporzionale. Non è permesso il voto disgiunto. Non si potrà votare per il candidato di uno schieramento e barrare il simbolo di un partito di un altro schieramento.
Se un elettore mette un segno solo sul nome del candidato all'uninominale, il suo voto si trasmettera proporzionalmente partiti dello schieramento anche nel caso lo schieramento fosse composto solo da un partito. Se un elettore invece dovesse barrare solo il simbolo del partito, automaticamente il voto si trametterà anche al candidato all'uninominale della coalizione.

Per eleggere candidati nel proporzionale, una lista deve raccogliere almeno il 3 per cento dei voti su base nazionale per la Camera, mentre al Senato riceve seggi anche se  ha ottenuto in una sola regione almeno il 20 per cento dei voti. La soglia per le coalizione invece è del 10 per cento dei voti, a patto che una delle liste che la compongono raggiunga il 3 per cento a livello nazionale. Se una lista che fa parte di una coalizione non riceve il 3 per cento a livello nazionale, non elegge nessun parlamentare: se ottiene però più dell’1 per cento, i voti che ha raccolto vengono distribuiti tra i suoi alleati.

Per accedere al riparto proporzionale dei seggi,  le coalizioni devono raggiungere alla Camera il 10 per cento dei voti su base nazionale e almeno il 3 per cento con una lista. Per il Senato sono ammesse anche le liste che hanno raggiunto il 20 per cento dei voti in almeno una regione. Le liste che non raggiungono l’1 per cento non portano voti al loro schieramento. Ma saranno ripartiti proporzionalmente fra i partiti che hanno superato la soglia di sbarramento.